Grazie alla giornalista Elisabetta Tola che parla del libro “Celiachia e dieta mediterranea senza glutine” su IL, mensile de Il Sole 24ore.
Archivi categoria: Io lo leggerei
Novità in etichetta…
Pochi giorni fa (22 Novembre 2011) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento comunitario 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Il testo finale è il risultato di anni di lavoro all’interno delle istituzioni europee e contribuisce a uniformare le legislazioni dei singoli paesi. La nuova risoluzione abroga le leggi previgenti (Direttiva 2000/13, su etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari, e Direttiva 90/496, relativa all’etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari) segnando un punto di svolta nella normativa comunitaria sull’etichettatura.
Si tratta di un Regolamento che l’obiettivo principale di….. “stabilire le basi che garantiscono un elevato livello di protezione dei consumatori in materia di informazioni sugli alimenti…….” “……definire in modo generale i principi, i requisiti e le responsabilità che disciplinano le informazioni sugli alimenti e, in particolare, l’etichettatura degli alimenti…..” ossia cerca di mettere ordine nella complessa materia dell’etichettatura degli alimenti e permettere ai consumatori di avere le informazioni necessarie per fare delle scelte più consapevoli . “………è necessario che essa (legislazione sull’etichettatura) sia razionalizzata al fine di agevolarne il rispetto e aumentare la chiarezza per le parti interessate, modernizzandola allo scopo di tenere conto dei nuovi sviluppi nel settore delle informazioni sugli alimenti……”
Quali sono le principali novità di questo Regolamento ?
–Etichettarura chiara e precisa : Le informazioni riportate in etichetta deveno essere precise, chiare e facilmente comprensibili per il consumatore. A tale scopo vengono indicate anche le dimensioni dei caratteri da utilizzare: le indicazioni obbligatorie che appaiono sull’etichetta dovranno essere stampate in caratteri tipografico minimo di di 1,2 mm (o 0,9 mm su imballaggi dalle dimensioni ridotte ), in modo da favorire una reale leggibilità di tutte le informazioni riportate.
Le diciture obbligatorie, le indicazioni nutrizionali e quelle relative all’origine devono essere nello stesso campo visivo della denominazione di vendita.
E’ previsto dalla nuova normativa l’utilizzo di simboli o pittogrammi invece che parole o numeri.
– Etichetta nutrizionale obbligatoria: tra le informazioni obbligatorie da mettere in etichetta troviamo anche l’etichetta nutrizionale (prima era facoltativa). L’etichetta nutrizionale deve riportare le seguenti voci : valore energetico, la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale grassi. Il contenuto della dichiarazione nutrizionale obbligatoria può essere integrato con l’indicazione delle quantità di uno o più dei seguenti elementi:acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre, i sali minerali o le vitamine se presenti in quantità significativa.
Da notare che l’indicazione del sodio verrà sostituita da quella del sale e che l’indicazione del colesterolo non sarà più possibile.
Il valore energetico e la quantità di sostanze nutritive possono essere espressi in 100 g o in 100 ml oppure per porzioni e/o per unità di consumo, a condizione che siano quantificate sull’etichetta la porzione o l’unità utilizzate e sia indicato il numero di porzioni o unità contenute nell’imballaggio.
Ci sono novità anche riguardanti le quantità significative e le norme di arrotondamento per la stesura delle tabelle. Dunque le etichette nutrizionali andranno completamente riviste.(Si riporta un confronto tra le etichette nutrizionali attuali e quelle previste da questo nuovo regolamento)
–Allergeni devono essere dichiarati : gli allergeni dovranno essere dichiarati nell’elenco ingredienti ed evidenziati con caratteri grafici particolari (dimensioni, stile, colore dello sfondo). Inoltre, se contengono allergeni, andranno dichiarati anche i coadiuvanti tecnologici impiegati nella preparazione del prodotto.
– Origine del prodotto deve essere dichiarata: al pari di quanto già avviene per la carne bovina, sarà obbligatorio indicare in etichetta il paese d’origine o il luogo di provenienza anche delle carni ovine, suine e caprine. Tale indicazione diventerà obbligatoria anche per le carni utilizzate come ingrediente. Successivamente (entro il 2014) verrà esteso anche ad altri tipi di carne, latte, prodotti monoingrediente e alimenti non trasformati.
– Oli vegetali …non basta più : La dichiarazione degli oli vegetali quali ingredienti dovrà essere accompagnata dalla specifica del tipo di olio (palma, colza, girasole, ecc.).
– Disposizioni specifiche per alcune categorie merceologiche : Tra di esse, latte e derivati, bevande alcoliche, alimenti con caffeina aggiunta, carni e preparazioni a base di carni, prodotti non trasformati a base di pesce, budelli di salsiccia, carne macinata (che andrà definita in relazione al tenore in materie grasse e al rapporto collagene/proteine) e altri.
–Indicazioni su base volontaria….sì ma solo se rispettano precisi requisiti : nel caso in cui siano fornite su base volontaria, le informazioni sugli alimenti devono essere conformi ai requisiti: non devono indurre in errore il consumatore, non devono essere né ambigue né confuse per il consumatore; e devono basate sui dati scientifici pertinenti .
Quando entrà in vigore questo regolamento ?
Una serie di importanti novità dovranno essere applicate entro tre anni (cinque per le informazioni nutrizionali). Gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 13/12/2014 non conformi al regolamento potranno essere commercializzati fino a esaurimento scorte (il termine è anticipato al 01/01/2014 per le designazioni delle carni macinate). Il termine ultimo di adeguamento alle disposizioni nutrizionali, invece, slitta al 13/12/2016: i prodotti confezionati entro quella data potranno circolare con etichette conformi alla normativa precedente fino allo smaltimento dei lotti.
Queste sono le principali novità , sicuramente alcuni aspetti meritano un’ulteriore approfondimento …….magari su vostro suggerimento !!
Per saperne di più ….
“L’etichetta”, un ebook di 50 pagine scritto da Dario Dongo che analizza tutte le novità del regolamento varato dalla Comunità Europea.
I fitosteroli, i fitostanoli e i loro esteri: fonti alimentari e alimenti funzionali
E’ on line sulla rivista Mediterranean Journal of nutrition and metabolism
la nostra review intitolata Phytosterols, phytostanols and their esters: from natural to functional foods
DOI: 10.1007/s12349-010-0049-0
I fitosteroli, i fitostanoli e i loro esteri, sono un gruppo di steroidi che si trovano naturalmente nelle piante. Se ne conoscono circa 200 tipi diversi. La struttura chimica dei fitosteroli è molto simile a quella del colesterolo. Il beta-sitosterolo,il campesterolo e lo stigmasterolo sono gli steroli vegetali più frequenti negli alimenti e rappresentano circa il 65, 30 e 3% dei fitosteroli assunti con la dieta. Nell’immagine ne vediamo alcune strutture. Come componenti naturali delle strutture vegetali, i fitosteroli contribuiscono alla regolazione della fluidità e della permeabilità delle membrane cellulari. Si trovano principalmente negli oli vegetali, frutta, noci, cereali e legumi.
I fitostanoli invece, sono la forma satura dei fitosteroli, da essi differiscono per l’assenza del doppio legame. I nomi dei piu’ comuni fitostanoli sono beta-sitostanolo, stigmastanolo e campestanolo. In aggiunta alla forma libera, esistono dei derivati dei fitosteroli. Quattro tipi di coniugati, in cui gruppo 3-OH è esterificato ad un acido grasso o un acido idrossicinnamico, o è glicosilata con un esoso (in genere glucosio) (Figura 2).
Le diverse caratteristiche strutturali dei fitosteroli e dei fitostanoli, si riflettono in un diverso assorbimento a livello intestinale rispetto al colesterolo. Per i fitosteroli l’assorbimento è compreso tra 0.4 e 5% e da 0.02 a 0.3% per i fitostanoli. Ne deriva che la concentrazione degli stanoli nel sangue è inferiore rispetto ai fitosteroli.
Negli ultimi quindici anni a livello mondiale si è assistito ad una rapida crescita del mercato degli alimenti funzionali contenenti fitosteroli e fitostanoli. Sebbene numerosi studi clinici abbiano chiaramente dimostrato che i fitosteroli riducono l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale e di conseguenza contribuiscono ad una diminuzione dei livelli del colesterolo- LDL, non è chiaro se i fitosteroli hanno un effetto positivo sulle malattie cardiovascolari. Inoltre fino ad ora, non ci sono dati relativi agli effetti del consumo di fitosteroli sullo sviluppo delle malattie cardiovascolari. La nostra review si concentra sulla biochimica dei fitosteroli, sul loro metabolismo e sul ruolo sulla salute in condizioni normali e patologiche. Vi trovate anche i livelli nelle principali fonti alimentari.
A proposito di fitosteroli, vi suggerisco anche questo articolo:”Role of naturally-occurring plant sterols on intestinal cholesterol absorption and plasmatic levels” pubblicato sul JOURNAL OF PHYSIOLOGY AND BIOCHEMISTRY Volume 65 (1). Come è facile intuire dal titolo, si parla dei fitosteroli presenti in diversi alimenti e del loro possibile ruolo funzionale nella Dieta Mediterranea.
Gli imitation cheese sulla rivista Slow Food
Ho ricevuto in omaggio dalla casa editrice, una copia della rivista della Slow Food (settembre 2011). Grazie! Dentro ci trovate un mio articolo “Dai processed cheese agli imitation cheese”. ne avevo scritto tempo fa, per l’occasione ho ampliato il tema, tra le fonti bibliografiche “Cheese substitutes. an alternative to natural cheese (2007)” e Cheese analogues:a review (2001). Buona lettura!
Celiachia e dieta mediterranea senza glutine
Sono davvero orgogliosa. E’ finalmente in libreria “Celiachia e dieta mediterranea senza glutine” che ho scritto con Letizia Saturni con cui ho condiviso anche altre attività editoriali.
Lascio parlare e ringrazio pubblicamente Carlo Catassi e Alessio Fasano, Lucio Lucchin e Enrico Bertoli per la loro recensione.
“Agile e gradevole manuale di approfondimento degli aspetti nutrizionali della dieta senza glutine.” Carlo Catassi e Alessio Fasano della University of Maryland School of Medicine di Baltimora.
“Questo libro rappresenta per l’operatore sanitario uno strumento di aggiornamento in ambito nutrizionale rigoroso e completo per poter migliorare la qualità dei consigli forniti; per il paziente uno strumento di consultazione chiaro e piacevole, capace di dissolvere eventuali dubbi.” Lucio Lucchin, Presidente dell’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica (ADI).
“La dettagliata ricerca dei cereali meno noti ma nutrizionalmente validi e privi di glutine è una rassegna insostituibile per medici e pazienti”. Enrico Bertoli, Presidente dell’ADI Marche.
Grazie anche a Bianca Maria Sagone della casa editrice Pensiero Scientifico che ci ha seguito assiduamente nella stesura e impaginazione del testo nei vari mesi che hanno preceduto la pubblicazione.
Dopo la prima presentazione del libro ad Ascoli in occasione del 15° Convegno scientifico del Piceno, io e Letizia stiamo organizzando altri incontri. Vi terrò aggiornati!
Carnevale della chimica-Molecole in fermento
Molecole in fermento nel web, lieviti e batteri tra le tastiere, seppure virtualmente. Merito dei blogger che hanno trattato il tema scelto per il Carnevale della chimica declinando la fermentazione nei suoi molteplici aspetti, dalla storia al ruolo nella produzione di numerosi alimenti, i potenziali effetti sulla salute umana dei probiotici e il ruolo della microflora intestinale, le prospettive future della fermentazione a livello industriale. Ringrazio tutti gli autori e mi scuso per il ritardo..
Iniziamo con due contributi sugli scienziati che dedicarono attenzione alla fermentazione e alle reazioni enzimatiche coinvolte.
– Carmine De Fusco ci propone un excursus storico sulla “scoperta” della fermentazione durante il XIX secolo e sulle caratteristiche generali di questo processo:La vita senz’aria. Fu questo il nome che Louis Pasteur diede al fenomeno della fermentazione quando scoprì le reazioni chimiche svolte dagli organismi anaerobi e tra le tante altre cose, nel 1881, introdusse il termine “microbiologia.”
– Continuiamo con Teresa Celestino che insieme alle tappe storiche della ricerca ripercorre le varie dispute scientifiche causate dalle differenti interpretazioni sulla fermentazione. Cosa accadde tra Liebig e Pasteur? Il mistero della fermentazione.
E ora la fermentazione e il suo ruolo nella produzione di vari alimenti.
–
Partiamo dai substrati, inevitabile non citare i glucidi. Iniziamo con un un utile ripasso proposto da Leonardo Petrillo sulla famiglia dei glucidi e sul processo della fermentazione alcolica.
– Con Marco Capponi avviciniamo i saccaromiceti e il loro ruolo nella produzione del pane e del vino: Pane, vino e saccaromiceti
Chi non ricorda i celebri versi del Carducci che tratteggiano un quadretto antico e per molti inusuale? il borgo, le case in pietra e i tetti di scandole sorrette da travi in legno…
Va per le vie del borgo
dal ribollir dei tini
l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.
– Attività di scienze: gonfiato o lievitato? la docente Rosalba Cocco, autrice del blog CrescereCreativamente ci propone la chimica della lievitazione del pane spiegata ai bambini, i numerosi interrogativi che si pongono con inevitabile e attesa degustazione finale.
– Ancora bevande alcoliche, Paolo Pascucci ci parla della birra nel suo post arricchito da utili infografiche su aspetti storici e produttivi.
Curiosità sui paesi in cui si beve piu’ birra?
Paolo ci aiuta a trovare la risposta: Come si fa la birra.
– Mattia Colombo ci ricorda che non solo la fermentazione alcolica è alla base della produzione di alimenti. Il suo post è dedicato alla fermentazione propionica e all’acido propionico che si forma per fermentazione degli zuccheri o del lattato ad opera di microbi specifici quali Propionibacterium pentosaceum, P. shermanii, Megasphaera (Peptostreptococcus) elsdenii, Clostridium propionicum. : Il Formaggio con il gas dentro
-E se parliamo di acido propionico, ricordiamo che insieme all’acido butirrico è uno dei prodotti della fermentazione dei carboidrati non digeribili a livello della flora batterica intestinale. Nel mio contributo al Carnevale “Ecosistema intestinale e fermentazioni della flora batterica: ruolo dell’acido butirrico” ho brevemente trattato l’argomento e le prospettive terapeutiche che possiamo ipotizzare.
– Altro post gastronomico. Il biologo Palmiro Poltronieri del blog Knedliky ci fa conoscere il ruolo della fermentazione sotto sale in assenza di ossigeno, e crescita successiva di Enterobatteri e Lactobacilli come il L. plantarum alla base della produzione dei crauti, vegetali fermentati che hanno un posto nella storia dell’alimentazione. Fu James Cook nel 1776 a dimostrare che i crauti acidi erano utili nella dieta dei marinai che affrontavano lunghi viaggi poichè contribuivano all’apporto in vitamina C insieme a sufficienti scorte di frutta.
– Cosa ci fanno i batteri nelle spedizioni spaziali? Di nuovo Palmiro Poltronieri con il post MARS500, preparativi missione 2021 ci anticipa i preparativi della missione 2021 e l’esperimento LIFEPLUS che prevede di studiare la somministrazione di probiotici, un estratto di piante note per i benefici antistress, e pappa reale a 6 volontari. Non è comunque la prima volta che ceppi microbici vanno in orbita, già nel precedente studio della missione ESA ENEIDE, svoltosi sulla stazione internazionale ISS, sono stati studiati gli effetti su batteri e lieviti.
– Cosa c’è da sapere sulle varie tappe alla base della produzione dell’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia? Andrea Bezzecchi con il suo post Le fermentazioni nel mondo del balsamico tradizionale ci porta in acetaia a scoprire il lungo percorso che dalle vigne porta alla produzione del salutare balsamico tra mosti, badesse, botti e lieviti.
Fermentazione non significa solamente produzione di alimenti. Due posts ci danno l’opportunità di comprendere l’impiego della microbiologia a livello industriale, le problematiche da affrontare, le potenzialità e le prospettive future.
– Il primo è un contributo di Franco Rosso uno dei due padri fondatori del Carnevale della Chimica, del sito Associazione culturale Chimicare.
Tutto quello che è necessario sapere sui bioreattori, cosa sono, come lavorano e come monitorare la crescita dei microrganismi nel post Microrganismi in cattività, quando la sintesi chimica ricorre al bioreattore/ che si inserisce nel progetto di divulgazione scientifica chimiSPIEGA.
– Paolo Gifh ci parla di Fermentazioni alternative: lo strano rapporto tra batteri e idrogeno un viaggio alla scoperta del rapporto fra alghe, batteri e produzione di idrogeno. Paolo ci offre l’opportunità di avvicinare il ruolo dei processi fermentativi nella produzione biologica di idrogeno, una delle sfide piu’ rilevanti nel settore delle biotecnologie. Un percorso ancora lungo da affrontare con obiettività e lungimiranza.
Non sono mancati contributi a tema libero.
– Gian Michele Accomasso ci propone l’interrogativo: A cosa è dovuta La misteriosa storia dell’odore delle urine di chi ha mangiato asparagi?. Un interrogativo a cui biochimici, nutrizionisti e genetisti non hanno trovato ancora risposta.
– E’ un piacere ospitare il giovanissimo Gabriele Giordano. Gabriele ha 16 anni, è appassionato di fisica, astrofisica e astronomia, con il post Habemus capsicum ci dichiara la sua passione per il peperoncino.
– Emanuela Zerbinatti,la curatrice di Arte e Salute ci propone La chimica dell’acqua un video che fa parte di una serie di 31 filmati sulla chimica che NBC Learn, National Science Foundation (NSF), e National Science Teachers Association hanno realizzato e pubblicato online per tutti gli internauti. Buona visione!
Infine la presentazione di una rivista e le recensioni di due libri, ottimi suggerimenti per le letture delle prossime settimane:
– Aldo Domenico Ficara ci fa conoscere la rivista Green, La Scienza al servizio dell’uomo e dell’ambiente del consorzio Interuniversitario Nazionale la Chimica per l’Ambiente ( INCA ). Green è frutto di una sperimentazione didattica centrata sull’ utilizzo della rivista di divulgazione scientifica atta a integrare i contenuti di una serie di lezioni frontali sulla sostenibilità energetica.
– Gianluigi Filippelli ci presenta Il regno periodico di Peter Atkins edito dalla Zanichelli e dedicato alla tavola periodica. Un libro che fa comprendere l’importanza della tavola di Mendeelev e come questa possa essere utile per comprendere molti aspetti della nostra società.
– Con Chimica, viaggio nella mente di un Prof ancora Emanuela Zerbinatti che stavolta ci presenta il libro Esercizi di versi tra chimica e sogno di Calogero Passamonte. Il testo appena uscito per Artestampa racconta in modo semiserio le avventure e le fantasie di un insegnante di chimica e microbiologia nell’ambito della sua attività in laboratorio.
Buona lettura!
Ecosistema intestinale e fermentazioni della flora batterica: ruolo dell’acido butirrico
Only one out of ten cells in our body is human
L’ecosistema intestinale regola numerose funzioni gastrointestinali. Ne fanno parte le cellule della mucosa, le cellule del sistema immunitario, neuroni, la microflora batterica che contiene circa 400- 500 specie batteriche e i nutrienti ingeriti con gli alimenti. Si è compreso che alterazioni delle relazioni tra i vari componenti dell’ecosistema possono contribuire all’insorgenza di alcune patologie umane.
Le fibre vegetali sono tra le molecole di interesse nutrizionale piu’ studiate per i loro effetti fisiologici a livello intestinale. A loro, come già trattato in altre occasioni, attribuiamo un ruolo importante nell’alimentazione umana e nella prevenzione delle patologie cronico-degenerative. Appartengono alla famiglia numerose molecole di carboidrati non digeribili come pectine, oligofruttosi, inulina, cellulosa, amido resistente e betaglucani. Il termine “carboidrati non digeribili” è attribuito loro poiché i legami presenti tra i vari monosaccaridi che li compongono, non sono scissi dagli enzimi che partecipano alla digestione dei carboidrati (amilasi e disaccaridasi).
Ed ecco l’aggancio con processi di fermentazione, infatti sappiamo che le molecole dei carboidrati non digeribili -ingerite con i cibi vegetali o alimenti funzionali – giunte a livello del colon vengono utilizzate dalla flora batterica.
Dalla fermentazione attuata grazie agli enzimi batterici si formano acidi carbossilici a corta catena (short chain fatty acids): acido propionico (C3), butirrico (C4), valerato (C5) e gas (anidride carbonica, metano, idrogeno). Vanno incontro a questo destino l’amido resistente e alcuni oligosaccaridi. Alcune molecole (ad esempio la pectina e la gomma di guar) vengono fermentate piu’ efficientemente rispetto alla cellulosa o crusca di grano. SCFAs (come acido iso-butirrico e isos-valerico) si formano anche durante la fermentazione di alcuni peptidi resistenti all’azione delle peptidasi.
La formazione degli acidi carbossilici porta ad una riduzione del pH nel tratto prossimale del colon e l’abbassamento provoca un incremento della formazione di acido butirrico perchè è favorita la crescita dei batteri che lo producono. Tra questi possiamo citare i Clostridium leptum, Eubacterium rectale.
Tra gli acidi a corta catena, quello su cui piu’ si è concentrata l’attenzione della ricerca medica e nutrizionale è l’acido butirrico, a cui sono stati attribuiti diversi ruoli fisiologici sulla base di studi condotti in vitro e in vivo su soggetti umani o modelli animali.
Studi condotti in vitro, hanno dimostrato che l’acido butirrico esercita diversi ruoli, regola il trasporto di fluidi, protegge i colonociti dalla stress ossidativo, influenza la motilità lungo il tratto gastrointestinale, modula la proliferazione cellulare e il differenziamento cellulare, inoltre regola l’espressione genica.
Sulla base di numerosi studi si è così ipotizzato che l’effetto protettivo esercitato dalle fibre alimentari contro l’insorgenza di alcuni tumori intestinali sia dovuto non solo alla riduzione del transito intestinale che riduce l’esposizione della mucosa intestinale a carcinogeni, tossine batteriche e amine biogene. Un ruolo importante lo svolgerebbe anche la produzione di acido butirrico. Il colon infatti è continuamente esposto a vari stimoli, l’aumentata produzione di butirrato, potrebbe risultare in una aumentata resistenza contro stimoli tossici migliorando così la funzione della barriera intestinale. Studi recenti hanno evidenziato che gli acidi a corta catena dopo essere stati assorbiti a livello intestinale, esercitano ruoli fisiologici anche nel fegato e tessuti extraeptici.
La formazione degli acidi carbossilici a corta catena grazie alla fermentazione attuata dalla flora batterica,è quantitativamente e qualitativamente influenzata dal tipo e dalla quantità di carboidrati che ingeriamo come sintetizzato nella pubblicazione “Short-chain fatty acid formation at fermentation of indigestible carbohydrates.” Queste conoscenze scientifiche hanno promosso nuove ricerche al fine di comprendere quali carboidrati rappresentano i substrati preferenziali per la flora batterica, in prospettiva si possono intravedere terapie nutrizionali attuate con carboidrati specifici e la possibilità di produrre alimenti che li contengono al fine di favorire la formazione di acido butirrico e altri acidi a corta catena con potenziali implicazioni per la salute.
Sulla base della letteratura scientifica e esperienze cliniche, si intravede un potenziale impiego dell’acido butirrico nella terapia di alcune condizioni patologiche. Sul mercato esistono già dei prodotti a base di butirrato, uno dei problemi principali è la scarsa palatabilità quando i prodotti vengono somminstrati per via orale. La scarsa appetibilità ha frenato il suo impiego, in particolare in età pediatrica.
Non dimentichiamo che l’acido butirrico, è anche uno degli acidi presenti nei grassi del latte e derivati. Una curiosità, il burro irrancidito e l’acido butirrico in una inserzione pubblicitaria del 1933 dove vengono proposti come rimedio anti-cancro.
Fonti:
– Short-chain fatty acid formation at fermentation of indigestible carbohydrates (pdf)
– gut-microbiota-our-native-flora; Immagine della flora batterica di Micah Lidberg
–Cancer-treated-with-stale-butter/”
Canani RB, Costanzo MD, Leone L, Pedata M, Meli R, & Calignano A (2011). Potential beneficial effects of butyrate in intestinal and extraintestinal diseases. World journal of gastroenterology : WJG, 17 (12), 1519-28 PMID: 21472114
USDA. Piramide alimentare bye bye, arriva Myplate
L’attendevano in molti per vedere quali novità fossero state introdotte, parlo della nuova icona scelta dal dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) per la campagna di informazione alimentare. Ed eccola:
La nuova icona è stata presentata e spiegata da Michelle Obama in persona. Per l’occasione, il Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti ha rilasciato un utile documento che riassume le linee guida precedenti: USDA Food Guides
Da archiviare per riflettere su come sono cambiati negli USA, sia i messaggi sia la comunicazione in tema di alimentazione e salute a partire dal 1916 fino ad oggi: USDA Food Guides
Un progetto di valorizzazione nutrizionale dei prodotti tradizionali europei
Cosa sappiamo dei prodotti enogastronomici e delle ricette definiti come tradizionali? Ne conosciamo aspetti storici e culturali, il legame con il territorio, gli ingredienti spesso locali e i processi produttivi. Sappiamo che la conoscenza di questi alimenti e la loro preparazione è stata spesso tramandata per via orale di generazione in generazione. Siamo anche consapevoli che con il modificarsi degli stili di vita e delle abitudini alimentari, in tutti i paesi europei alcuni di questi prodotti rischiano di scomparire.
Sebbene il termine tradizionale sia ampiamente usato, non c’è una unica definizione disponibile. In Italia con il termine “prodotti tradizionali” ( decreto del 18 luglio 2000) s’intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni.
Per contribuire a una maggiore conoscenza dei cibi tradizionali e preservare il loro valore nella cultura di ogni paese, è importante avere anche informazioni nutrizionali e documentare i metodi di preparazione. Grazie al progetto Eurofir nato alcuni anni fa, ora conosciamo la composizione nutrizionale di numerosi piatti della tradizione. Per Eurofir è un prodotto tradizionale quello che: si contraddistingue da prodotti simili della stessa categoria commerciale per l’uso di ingredienti tradizionali o una composizione tradizionale o un metodo di produzione tradizionale. Hanno partecipato alla ricerca 13 stati : Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Turchia. Per ogni paese, sono stati quindi scelti cinque piatti che sono stati preparati con ingredienti e metodi di preparazione tradizionali. Oltre a documentare la preparazione, i campioni di alimenti sono stati raccolti e i nutrienti principlia (carboidrati, lipidi, proteine, sali minerali e fitonutrienti) analizzati utilizzando comuni procedure standardizzate. Siete curiosi di conoscere le calorie e principali nutrienti di una porzione della zuppa austriaca Gemüsesuppe? della ricetta belga Flemish stew (Vlaamse stoofkarbonaden)? Della salsa Bulgara Pepper relish (Лютеница)? O dei salsicciotti tedeschi Thüringer Rostbratwurst? Sono solo alcuni esempi delle ricette di cui troverete informazioni nutrizionali nelle pubblicazioni prodotto dal gruppo di lavoro.
Per l’Italia i prodotti scelti a rappresentare la gastronomia italiana sono il Brasato al Barolo, la pizza napoletana Margherita, il Bacala’ alla Vicentina, il Castagnaccio toscano e i cannoli siciliani.
Ecco la Traditional foods recipe cardsRecipe Cards – complete set, vi attendono una breve storia culinaria di ogni alimento o piatto scelto, i particolari dei suoi ingredienti, i metodi di preparazione, la composizione nutrizionale e ovviamente le immagini ovviamente dei piatti. Un bel viaggio enogastronomico tra alcuni simboli dell’enogastraonomia. Vi ho fatto venire fame?
Obiettivi del progetto Eurofir e risultati sono fruibili anche in una pubblicazione apparsa nel 2010 sulla rivista European Journal of Clinical Nutrizion.
Fonti:
–New nutritional data on traditional foods for European food composition databases European Journal of Clinical Nutrition (2010) 64, S73–S81; doi:10.1038/ejcn.2010.215
ResearchBlogging
Dopo la lingua spagnola, inglese, cinese, tedesca, e portoghese, da qualche settimana anche l’italiano è presente in ResearchBlogging, il sito che aggrega i post che contengono analisi e discussioni su articoli apparsi su riviste scientifiche peer reviewed.
Fino ad oggi le candidature di circa una trentina di blogs sono state accettate dai tre blogger-editors per il 2011 a cui va un ringraziamento anticipato per l’impegno e il lavoro svolto:Peppe Liberti, Amedeo Balbi e Moreno Colaiacovo.
Nutrimenti è entrato a far parte della famiglia e stiamo familiarizzando con il sistema operativo. Quindi il nostro blog continuerà a ospitare articoli su temi nutrizionali come fatto fino ad oggi, quando scriveremo un post che è in accordo con le Linee Guida, sarà segnalato dall’immagine che vedete a fianco. E’ importante ricordare che l’aggregatore include solo i post che parlano di ricerca referata, ovvero approvata per la pubblicazione su una rivista scientifica, o preprint che hanno ricevuto il nulla osta per la pubblicazione.
Sarà scontato dirlo ma per noi è una grande soddisfazione far parte del gruppo di Researchblogging e contribuire alla divulgazione scientifica stimolando riflessioni e discussioni sui dati pubblicati sulle riviste scientifiche. Attivi anche l’account twitter per la versione internazionale, per la versione italiana e feed rss.